Fermo amministrativo per la Sea Watch. La Ong attacca: “L’Italia impedisce di salvare vite in mare”.
PALERMO – Nuovo fermo amministrativo per la Sea Watch. Il provvedimento deciso dalla Procura di Palermo è stato notificato nella serata di sabato 19 settembre 2020. A darne notizia è stata la stessa Ong con una nota riportata dal Corriere della Sera: “Dopo 11 ore di controllo da parte delle autorità italiane alla nave viene impedito di lasciare il porto. Il risultato? Una nave in meno nel Mediterraneo“.
Sea Watch: “L’Italia ci impedisce di salvare vite in mare”
Nella nota la Sea Watch attacca duramente l’Italia: “Poco dopo il fermo di Moonbird (l’aereo della Ong n.d.r.), un’altra nave umanitaria, la quinta in cinque mesi, rischia di restare bloccata a causa di tecnicismi usati come pretesto per impedire di salvare vite in mare. Questa ulteriore iniziativa volta a fermare una nave umanitaria ed eliminare così, in assenza di alternative istituzionali, ogni capacità di ricerca e soccorso del Mediterraneo centrale sarebbe ancora più cinica e colpevole. L’unico e vero obiettivo rimane quello di impedire alle navi umanitarie di soccorrere persone in mare“.
Gli sbarchi non si fermano
L’assenza delle Ong in mare non ferma gli sbarchi che sono continui a Lampedusa. Una situazione negli hotspot che resta di emergenza con il governatore Musumeci pronto nelle prossime settimane a sfidare ancora una volta Roma per cercare di svuotare il prima possibile i centri di accoglienza.
Il vertice avvenuto nei giorni scorsi a Palazzo Chigi non sembra aver portato i frutti sperati. La situazione continua ad essere emergenziale in tutta la Sicilia nonostante la presenza delle navi quarantena. Non è esclusa una nuova ordinanza da parte del presidente della Regione per svuotare gli hotspot. Possibile, quindi, un nuovo braccio di ferro tra Palermo e Roma con l’emergenza migranti che in Italia è senza fine.